Mi chiamo Matteo Alemanno e disegno storie a fumetti.
Sono nato a Lecce nel 1967 e abito a Venezia.
Mi sono laureato in architettura ma poi ho cominciato a lavorare come illustratore. Da 12 anni mi dedico esclusivamente al fumetto.
Ho lavorato con molte case editrici, tra queste Dargaud, Dupuis, Glénat, Mondadori Scuola, Einaudi Ragazzi, Edizioni BD e Nona Arte.
Il mio lavoro sui fumetti è rivolto prevalentemente al mercato di lingua francese.
Il blog di Matteo Alemanno.
Matteo Alemanno: una biografia informale.
Il profilo Facebook di Matteo.
I libri di Matteo Alemanno in IBS.
1. Perché hai scelto il lavoro/mestiere che fai?
Il disegno è da sempre una parte fondamentale della mia vita. A scuola, ad esempio, ero quello che disegnava per tutti. Poi ho scoperto la letteratura e il cinema e i fumetti sono diventati il modo ideale per convogliare queste mie passioni.
2. Qual è l’aggettivo che meglio definisce la tua attività?
In questo momento mi viene in mente più un sostantivo: disciplina.
Forse uno si immagina il mio mestiere come un’attività creativa e fantasiosa, e in effetti lo è. Ma senza disciplina tutto questo non si trasformerebbe in lavoro finito e libri stampati. Ovviamente parlo di una disciplina personale, di una dimensione mentale.
3. Qual è il tuo primo ricordo di una biblioteca?
Una biblioteca un po’ particolare: quella di mio nonno. Era una grande stanza chiusa a chiave e si poteva solo immaginare cosa ci fosse dentro. Personalmente ipotizzavo che ospitasse pezzi di dirigibile, zanne di mammouth e anfore romane, oltre ai libri, ovviamente. Il giorno in cui finalmente mi furono aperte le porte scoprii, con una certa sorpresa, che ci avevo preso abbastanza!
4. Come definiresti la biblioteca?
Una caverna di Alì Baba!
5. Cosa ti piace di più in una biblioteca?
Il silenzio.
6. Quale è stato il primo libro che hai letto?
Se Topolino e Asterix non rientrano nella categoria, allora, “David Copperfield” di Charles Dickens. Prima avevo provato un sacco di volte con “Oliver Twist” ma non ce l’avevo fatta.
7. Quale libro ti ha lasciato un ricordo speciale?
Tutti i libri mi lasciano un ricordo speciale. Per esempio l’ultimo, finito appena qualche giorno fa, “La polvere del mondo” di Nicolas Bouvier. Un libro bellissimo, su un viaggio che oggi sarebbe impossibile per questioni geopolitiche: dalla Svizzera all’India su una Topolino.
8. Quale libro consiglieresti a un giovane lettore?
“L’isola del Tesoro” di Robert Louis Stevenson. Ma glielo consiglierei solo se me lo chiedesse. I consigli non richiesti fanno una brutta fine…
9. Leggere fa bene? E perché?
Leggere aumenta la conoscenza e la consapevolezza, modificando irreversibilmente la percezione del mondo. A volte mi chiedo se sia un fatto positivo o negativo. Ancora non lo so, ma ci sto lavorando.
10. A quale altra domanda avresti voluto rispondere?
C’è un interrogativo che mi pongo in questo periodo, al quale non ho ancora trovato una risposta: è uguale leggere un contenuto su un libro o su un kindle?
Io ho l’impressione che siano due esperienze diverse.
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