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Archive for 15 dicembre 2014

GIORGIO FONTANA

Giorgio Fontana

Sono nato a Saronno nel 1981. Vivo a Milano.

Ho pubblicato quattro romanzi, l’ultimo è “Morte di un uomo felice”, Premio Campiello 2014, un saggio su berlusconismo e identità italiana “La velocità del buio”, e un reportage narrativo sugli immigrati a Milano “Babele 56”.

Sono stato fra i condirettori del pamphlet letterario Eleanore Rigby e ho scritto articoli e interventi su diverse testate italiane e straniere, fra cui il Manifesto, il Corriere della Sera, Pagina99, IL, Ilsole24ore.com, Opendemocracy, Berfrois, lo Straniero, minima&moralia, ecc.

Nel 2012 ho usufruito di un soggiorno mensile presso la Ledig House nello stato di New York. Quando riesco, partecipo come volontario a due splendidi laboratori: La grande fabbrica delle parole e Piccoli maestri.

Al momento lavoro come content manager per eDisplay, scrivo qui e là (per lo più su Tuttolibri, IL e Pagina99). Ho una rubrica domenicale su Internazionale.it dal nome E questo, l’hai visto? dove raccolgo i link più interessanti della settimana.

Visita il sito di Giorgio Fontana.

 

1. Perché hai scelto il lavoro/mestiere che fai?
Faccio, diciamo così, due lavori: di giorno il content manager in un’azienda informatica e la sera e nei weekend lo scrittore. Entrambe le cose sono accomunate dalla scrittura, quindi la risposta è molto semplice: perché è la cosa che più mi piace e mi riesce meglio.

2. Qual è l’aggettivo che meglio definisce la tua attività?
Onesto, spero.

3. Qual è il tuo primo ricordo di una biblioteca?
La biblioteca di Caronno Pertusella, il paese dove sono cresciuto, durante una ricerca per un compito alle scuole medie.

4. Come definiresti la biblioteca?
Un luogo libero di felicità gratuita.

5. Cosa ti piace di più in una biblioteca?
La vastità della scelta, e più prosaicamente la possibilità di prendere in prestito diversi libri. (Sono uno di quelli che leggono più volumi insieme).

6. Quale è stato il primo libro che hai letto?
“I tre moschettieri” di Alexandre Dumas.

7. Quale libro ti ha lasciato un ricordo speciale?
Impossibile sceglierne solo uno. Comunque, “Il processo” di Franz Kafka ebbe un grosso effetto sul me stesso diciottenne.

8. Quale libro consiglieresti a un giovane lettore?
“Addio alle armi” di Ernest Hemingway.

9. Leggere fa bene? E perché?
Leggere fa tante cose, e fra queste fa sicuramente anche bene. Ma credo sia bene ridare un po’ di smalto all’idea della lettura come piacere, più ancora che come elemento di “beneficio” sul proprio carattere.

10. A quale altra domanda avresti voluto rispondere?
“Qual è il prossimo libro che leggerai”?

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