Chiara Spadaro sarà ospite della Biblioteca sabato 24 febbraio alle 16.30 per il secondo incontro dedicato all’ambiente e ai cambiamenti climatici, con il suo libro “L’arcipelago delle api. Microcosmi lagunari nell’era della crisi climatica”.
Chiara Spadaro, foto di Elisa Cesca
Chiara Spadaro, geografa, è assegnista di ricerca presso l’Università di Udine, dove si occupa di educazione al gusto e al paesaggio.
Ha una formazione interdisciplinare: si è laureata in Antropologia culturale all’Università Ca’ Foscari di Venezia e si è formata come giornalista scrivendo per il mensile Altreconomia, per poi conseguire nel 2023 il dottorato in Studi geografici presso l’Università di Padova. Le sue ricerche oggi si muovono tra i paesaggi del cibo, le idrografie e le geografie animali, all’ascolto delle loro diverse tracce sonore.
Continua a lavorare anche come giornalista e nella comunicazione per il terzo settore e per gli enti locali. È autrice di diversi libri su tematiche ambientali; l’ultimo è L’arcipelago delle api. Microcosmi lagunari nell’era della crisi climatica (wetlands, 2022).
1. Perché hai scelto il lavoro/mestiere che fai?
Mi appassionano le tematiche ambientali; nei miei diversi lavori – il giornalismo, la ricerca, la didattica – cerco sempre una nuova prospettiva per approfondirle. Quindi, più che la scelta di un lavoro sono partita dalla scelta di un tema sul quale costruire le mie collaborazioni professionali.
2. Qual è l’aggettivo che meglio definisce la tua attività?
Relazionale.
3. Qual è il tuo primo ricordo di una biblioteca?
Quello ascoltato dai miei genitori: un medico e una biologa che da giovani frequentavano la biblioteca con un gruppo di altre persone all’epoca studenti. Quegli “amici della biblioteca” oggi sono pensionati, e continuano a trovarsi.
4. Come definiresti la biblioteca?
Una tana dentro la quale tutti i mondi sono possibili.
5. Cosa ti piace di più in una biblioteca?
Il fatto di non essere mai sola.
6. Quale è stato il primo libro che hai letto?
Non saprei, ma nei miei ricordi d’infanzia rivedo quei libri della De Agostini sul corpo umano. Dopotutto, era una casa di scienziati.
7. Quale libro ti ha lasciato un ricordo speciale?
Con un amico, Gennaro (che sarebbe molto più bravo di me a rispondere a queste domande), da adolescenti ci scambiavamo i libri di Ryszard Kapuściński: romanzi, e non solo. Grazie a Il cinico non è adatto a questo mestiere: conversazioni sul buon giornalismo (2000) ho iniziato a sognare di fare della scrittura un mestiere.
8. Quale libro consiglieresti a un giovane lettore?
Mi viene in mente un libro che mi è stato regalato molti anni fa: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepúlveda (1996).
9. Leggere fa bene? E perché?
Sì, è una pratica democratica e accessibile di scoperta del mondo.
10. A quale altra domanda avresti voluto rispondere?
Quale libro hai oggi sul comodino? Annie Ernaux, Perdersi (2023).
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