Carlo Giupponi sarà ospite della Biblioteca sabato 16 marzo alle ore 16.30 con il suo libro “Venezia e i cambiamenti climatici: quale futuro per la città e la sua laguna?” all’interno del ciclo di incontri “L’acqua e i mutamenti climatici: cosa sta cambiando?“. L’autore dialogherà con Cristina Giussani della libreria Mare di Carta.
Carlo Giupponi è Professore Ordinario di Economia Ambientale e Applicata presso il Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La sua attività di ricerca si concentra sulla scienza della sostenibilità e l’adattamento al cambiamento globale, con interessi specifici per i metodi di valutazione, l’analisi di scenario e la valutazione integrata – economica, ambientale e sociale – delle risorse naturali, dalla scala locale a quella globale. I suoi contributi metodologici più rilevanti sono nel campo dell’integrazione disciplinare, attraverso lo sviluppo di metodi, modelli dinamici e spaziali, e strumenti di supporto alle decisioni per aziende private ed enti pubblici. Ha diverse responsabilità in progetti ed istituzioni accademiche e di ricerca (es. FEEM), partecipazioni a comitati di riviste scientifiche (es. SESMO), associazioni e reti (es. MedECC, Future Earth). La sua produzione scientifica si trova in oltre 330 pubblicazioni ed è stata riconosciuta in vari contesti; es. la “Hot list” Reuters 2020 dei 1000 autori più influenti nel campo degli studi sul clima e North-South Prize 2020 del Consiglio d’Europa per il contributo alla redazione del rapporto “Climate and Environmental Change in the Mediterranean Basin”.
1. Perché hai scelto il lavoro/mestiere che fai?
Passione e curiosità per le problematiche ambientali. Mi interessa conoscere e studiare cose nuove e quando mi pare di averle capite, mi piace sperimentarle… e poi passare ad esplorare altre cose nuove.
2. Qual è l’aggettivo che meglio definisce la tua attività?
“Intensa”: assorbe molte energie e molto tempo, spesso troppo; non è facile difendere tutto il resto dall’invadenza del lavoro, ma anche “stimolante”, che è ciò che fa sì che si mantenga l’entusiasmo per quello che si fa.
3. Qual è il tuo primo ricordo di una biblioteca?
Ricordo la Querini Stampalia a Venezia, quando si studiava per la maturità e poi per gli esami universitari. Non so se fosse più un’opportunità per studiare o per socializzare.
4. Come definiresti la biblioteca?
La biblioteca per me è da tempo un luogo virtuale. Leggo e studio buona parte del giorno, cercando nelle banche dati delle riviste scientifiche dal mio computer. Questa biblioteca è il mio principale strumento per conoscere le cose importanti per il mio lavoro.
5. Cosa ti piace di più in una biblioteca?
Le biblioteche fisiche sono spesso luoghi bellissimi, specie se sono ambienti storici, ma nelle biblioteche si sono spesso realizzate le idee degli architetti moderni più bravi. Mi piace il silenzio.
6. Quale è stato il primo libro che hai letto?
Non ricordo quale sia stato il primo, ma ricordo bene che da piccolo mi era piaciuto molto “Il piccolo principe” di Saint-Exupéry, con i bei disegni dell’autore.
7. Quale libro ti ha lasciato un ricordo speciale?
Ogni libro che leggo mi lascia piccoli ricordi e impressioni che si accumulano e spesso, purtroppo, perdono i riferimenti alle fonti.
8. Quale libro consiglieresti a un giovane lettore?
I libri del collettivo bolognese Wu Ming (prima Luther Blisset), mi sono quasi sempre piaciuti molto. Conosciamo poco la storia e questo ha conseguenze negative sulle nostre idee e sui nostri comportamenti, per cui consiglierei di leggerli partendo da quello che affronta la storia che più interessa, non preoccupandosi per il numero di pagine, che non pesano assolutamente.
9. Leggere fa bene? E perché?
Siamo sempre più isolati, anche se connessi. Leggere libri permette di conoscere altre persone e le loro storie e rapportarsi con loro anche a distanza di secoli e in continenti diversi, con i tempi e l’approfondimento che servono per crescere interiormente.
10. A quale altra domanda avresti voluto rispondere?
Forse: Come possiamo far sì che i giovani leggano di più? Ma non avrei saputo rispondere.
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