Insegno italiano alle scuole medie, ho fatto la giornalista, ora scrivo su internet per diversi siti e blog.
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1. Perché hai scelto il lavoro/mestiere che fai?
Scelto è una parola grossa, diciamo che ci ho provato. Quando mi sono iscritta a Lettere all’Università mi dissero che c’erano più probabilità che George Clooney mi incontrasse per strada e si innamorasse di me di riuscire a fare l’insegnante. In effetti George Clooney non l’ho mai incontrato. Però ora ho una cattedra.
2. Qual è l’aggettivo che meglio definisce la tua attività?
Insegno italiano e scrivo. Sono due verbi. L’aggettivo forse sarebbe “piacevole”, nel senso che faccio delle cose che mi piacciono.
3. Qual è il tuo primo ricordo di una biblioteca?
Quella del Nome della Rosa vale? Lessi il libro e pensai che il torrione doveva essere un posto stupendo.
4. Come definiresti la biblioteca?
Il miglior posto al mondo dove perdersi.
5. Cosa ti piace di più in una biblioteca?
I libri. Un po’ banale, ma quando vedo dei volumi non riesco a pensare ad altro che a loro.
6. Quale è stato il primo libro che hai letto?
Se si escludono quelli per bambini piccoli piccoli, credo che siano state le Favole al Telefono di Rodari.
7. Quale libro ti ha lasciato un ricordo speciale?
Le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Lo lessi e decisi che non potevo fare a meno di studiare il mondo antico.
8. Quale libro consiglieresti a un giovane lettore?
Penso che si possa solo dire di trovare un genere che gli piace e buttarcisi a capofitto. I libri sono come la vita: devi trovare la tua strada da solo.
9. Leggere fa bene? E perché?
Non è che fa bene o male. E’ che secondo me non si può proprio farne a meno. Chi non legge va compatito: non sa che universi meravigliosi si perde, poveretto.
10. A quale altra domanda avresti voluto rispondere?
(non risponde)
[…] ti fanno un’intervista e finisce pubblicata sotto a quella di Gualtiero Bertelli. E tu pensi: «Ostrega, però!» Share […]